Fino a qualche anno fa mi mancava totalmente. Mi sentivo inutile, a scuola andavo male anche se mi impegnavo e riuscivo male anche nelle cose che amavo fare, probabilmente perchè puntavo troppo al risultato finale trascurando l'esecuzione del lavoro. Ovviamente il non capire i doppi sensi, le metafore e il dire strafalcioni ogni giorno completava il quadro. Vedevo gli altri capire cose che per me erano impossibili, imparare con poco impegno. A scuola chiedevo quale fosse il loro segreto. Le risposte erano sempre cose del tipo: 'Basta ascoltare, ma tu non lo fai, perciò è ovvio che non capisci'.
Riuscivo bene nelle cose in cui mi appassionavo, a 13 anni avevo memorizzato parte della tavola periodica e a 15 ero l'unica nella mia classe che sapeva tradurre i simboli dei composti chimici con i loro nomi e viceversa senza sbagliare, ma per me quello non contava come cosa di cui vantarmi, poichè ero convinta che erano cose che mi riuscivano bene semplicemente perchè mi interessavano. In effetti non mi dovevo impegnare molto.
Il mio interesse speciale, che è danto quando avevo quasi quattro anni, è il fumetto. Mi piace soprattutto disegnare. Ma il disegno è anche la cosa per cui sono negata (pur essendo il mio interesse speciale), e per anni, il non riuscire nella cosa che più amavo è stata una sofferenza. Però disegnare è sempre stato un mio bisogno, mi ero rassegnata al fatto di non poter migliorare, ma spesso avevo bisogno di prendere in mano carta e matita e disegnare qualcosa.
Forse qualcosa iniziò a sbloccarsi quando sono stata costretta ad imparare l'inglese per poter navigare in internet. Ero troppo pigra e disinteressata per studiarlo, ma ho dovuto scrivere e tradurre molto, e in tre anni avevo notato che potevo leggere agevolmente un testo in inglese, dimenticando che quella lingua non è la mia. Quest'esperienza mi ha insegnato che anche io posso imparare le lingue, fino a 23 anni parlavo solo italiano.
Cinque anni fa ho deciso di darmi da fare sul serio nel disegno. Il mio sogno era quello di diventare fumettista, ma avevo perso fiducia sia nelle mie capacità artistiche, sia nella mia creatività. In internet il materiale per cominciare a studiare era molto, quindi potevo trvare fonti a cui attingere. Mi ero resa conto che gli studi del liceo artistico mi avevano dato molto poco, ma ancora li tenevo in considerazione. Per due anni interi non ho fatto altro che copiare immagini di nudi, senza fare progressi nel mio disegno. Poi i progressi sono giunti all'improvviso, proprio alla vigiglia del mio compleanno, e proprio il giorno in cui avevo deciso di fare il mio ultimo disegno. Da li ho iniziato a studiare con nuove energie per migliorare sempre più nel disegno. Rispetto alle altre persone che amano disegnare, i miei progressi erano lenti, ma almeno iniziavo a vedere i frutti del mio impegno. Nuova fiducia in me stessa l'ho acquistata imparando a scrivere (e scoprendo, così di avere ancora fantasia), scoprendo una formula (quella nella mia firma), atta in realtà diminuire l'autostima, ma che io ho utilizzato per aumentare la mia autostima, ribaltando le frasi da negative a positive (é una storia lunga quella che sta dietro la mia firma, ed in realtà non posso raccontare i dettagli. Per ora), e vedendo che i progressi nel disegno sono sempre di più e in tempi sempre più brevi. Sto così bene che vorrei che questo stato d'animo duri per sempre.
Un tempo, mi ero convinta che avere fiducia in se stessi significava essere arroganti. Credevo che riconoscere il proprio valore volesse dire 'avete visto quanto sono bravo? Invece voi siete tutte schiappe!'
Pensavo che l'autostima fosse un ostacolo per andare avanti. La cosa si era intensificata quando mi sono trovata in classe con una persona molto presuntuosa che non faceva altro che autoelogiarsi. Invece col tempo scopro che è il contrario. L'ego smisurato come la mancanza di fiducia sono castranti, ma una giusta dose di fiducia nelle proprie capacità aiuta chiunque, anche nei campi in cui si è negati. E poi forse proprio perchè a me è mancato il dono dell'arte del disegno, ho dovuto e devo lavorare molto senza perdere una sola informazione, e sotto certi aspetti riesco a cogliere più aspetti all'interno di un immagine rispetto ad altri, certamente più bravi di me, ma più 'grossolani' nell'individuare i dettagli e nel comprendere quello che stanno facendo.
Quando mi si critica, accetto critiche legate agli errori che faccio involontariamente (come gli errori nelle anatomie o nelle prospettive), ma non accetto critiche riguardo le mie scelte stilistiche, poiché, nei lavori che faccio, nulla è lasciato al caso, (per me non esiste 'perché mi piace' come motivazione) e di questo sono sicura.
Forse questa storia poteva far parte della presentazione, ma mi sono già presentata quando sono giunta qui, e pensavo che l'argomento circa la fiducia in se stessi poteva essere affrontato da solo.