MI PRESENTO
Buona sera a tutti. Sono un nuovo
utente di questo sito.
Mi chiamo Simone, ho 32 anni e mezzo più
sedici giorni. E' in assoluto la prima volta che partecipo ad un
forum. Non ho alcun profilo elettronico sulla rete, nonostante il mio
lavoro. E' dal 20 luglio 2011 che ho iniziato a pensare che il mio
cervello avesse abitudini differenti dalla maggior parte di quelli
degli altri. Ho proprio bisogno di capire. Lascio una mia descrizione
a chi vorrà leggerla. Avrei molti aspetti che vorrei condividere, ma
mi rendo conto che per un nuovo utente occupo già molto spazio.
Magari potrò parlare di essi suddividendoli in varie sezioni, per
chiarezza. Lascio un insieme non proprio ordinato, ma che mi descrive
suppongo al 70%, partendo dalle abilità per poi giungere alle
inabilità, ma il confine non è netto.
So progettare soluzioni complesse
tenendo conto di un altissimo numero di variabili, delle loro
implicazioni, della probabilità che una determinata situazione
avvenga oppure no. So eseguire calcoli a mente in modo rapido e
preciso sfruttando numerose proprietà del calcolo numerico e
“scrivendo” i risultati intermedi nella mia memoria come se
fossero post-it. E' semplice per me indicare una percentuale di
“sicurezza” del mio pensiero: mi sembra molto naturale dare un
numero alle cose ed ai pensieri, un valore. Categorizzo tutto. So
programmare in molti linguaggi ed ambienti differenti, ma sempre
secondo un paradigma che risulta alla mia mente il più semplice da
condividere con gli altri. Sono un informatico con due lauree e due
specializzazioni (scienza dell'informazione e della comunicazione e
informatica applicata, specializzazione applicazioni distribuite e
sistemi di calcolo automatico complesso).
So suonare molti strumenti
musicali senza aver mai studiato, in particolare so suonare il
pianoforte da quando avevo 4 anni. Qualora io senta una musica,
riesco ad individuarne immediatamente tutti gli strumenti che vi
compaiono, in che ordine, secondo quale schema (primi, secondi,
ripieno, etc...), e riesco a riproporne dopo un ascolto l'armonia e
la melodia principale, in particolare strutture ritmiche complesse ed
intrecci sonori.
Ho un udito molto sensibile: riesco a sentire suoni
dalle frequenze molto particolari o dalle intensità molto ridotte.
Alcuni rumori risultano insopportabili per me: il brusio, i suoni di
fondo, i rumori di fondo, le voci mescolate, alcune frequenze, il
ronzio delle lampadine, il respiro delle persone se sono vicine a me,
soprattutto quando cerco di dormire, i rombi: i rumori forti ed
istantanei mi mettono istintivamente paura. Se mi trovo nel mezzo di
una conversazione come attore o spettatore i suoni ed i rumori si
mescolano e io devo
analizzarli tutti, dare loro un peso, una misura, decidere quali
dovrei considerare e quali no, e costruire nella mente una gerarchia,
una lista. Se fra i suoni vi è una musica, è praticamente
impossibile per me non valutarne la struttura, l'armonia, la
categoria, e decidere se mi piace oppure no, prima di sganciarla. Ma
non la sgancio: è come se il mio cervello continuasse a processarla
in background, fintanto che non è finita. Lo stesso vale per le
conversazioni che aggancio fra le persone. E le luci, e le scritte, e
i numeri. Categorizzo tutto, e, sulla base delle conoscenze che
derivano dalle mie letture (leggo tutto ciò che aggiunga
informazioni, ma mai storie d'amore, di amicizia senza risultati
tangibili, mai gossip o moda) decido se una cosa è giusta o
sbagliata, ma comunque mai sulla base personale. Mi sembra che ci sia
sempre un solo modo ottimale di disporre le informazioni (tutto è
informazione se è schematizzabile, cioè se è descrivibile per
mezzo di uno schema), e anche se in molti casi mi sono educato ad
accettare soluzioni diverse da parte delle altre persone, mi
infastidisce molto una visione differente dalla mia, non mi pare
possibile, anche se ho capito, dopo anni di errori, che non è così.
So che posso non avere tutte le informazioni per poter dire che
quello è l'optimum, infatti so che le soluzioni dell'uomo non sono
mai ottime al più del 98%.
Se
nella mia mente scatta l'idea che devo leggere qualcosa, o contare
qualcosa, è necessario che io lo faccia. E poi memorizzo tutto.
Periodicamente poi è come se facessi una pulizia della
memoria perché mi accorgo che è
piena. Sono quelle notti dove tutto mi ronza in testa, e non riesco
nemmeno a chiudere gli occhi. La selezione è immediata. Ma non butto
nulla. Capita spesso che dopo mesi o anni riaffiori una informazione
che pensavo di avere eliminato, e se mi concentro un attimo so
spiegare esattamente perché sia riaffiorata: so spiegare le
connessioni mnemoniche che hanno portato l'informazione a riaffiorare
in modo molto preciso, costruisco catene di pensieri molto
articolate.
Dormo molto poco.
Ci sono notti che non dormo neanche per un minuto. Il mio cervello
continua ad elaborare: ricordo numeri, sensazioni, suoni, immagini, e
le categorizzo in modo estremamente preciso. Ma mi costa molta
energia.
Amo trovare un
ordine con il quale effettuare le azioni, amo identificare schemi e
modalità operative, e se devo cambiarli, è per me fonte di forte
stress. Anche in questo caso, in questi anni, mi sono educato ad
accettare i cambiamenti ma solo per questioni di sopravvivenza
(soprattutto lavorativa). In questi casi, la sera, comunque, risulto
estremamente nervoso, stanco, spossato, sfinito. Sfinito è il
termine corretto al 98%.
Sono arrivato alla
conclusione di non capire il mondo in termini di persone, nonostante
gli infiniti tentativi di descriverlo.
Mi costa sforzi
estremi svolgere una serie di attività alle quali ho pensato e che
ho catalogato in questi due anni e mezzo e quattro giorni, fra le
quali le più importanti sono:
capire cosa
pensa una persona, il suo stato d'animo, osservandola
capire alcune
battute, se sono scherzi oppure no, il loro senso, il loro
significato
parlare di
argomenti vari ma senza uno scopo preciso
cambiare il
modo o il momento in cui fare qualcosa
non vedere
soddisfatte le mie aspettative che io abbia individuato sulla base
logica
stare insieme
a far niente
mangiare con
gli altri che mi osservano
rallentare il
passo se qualcuno mi cammina lentamente davanti
modulare
l'espressione del mio viso per “allinearmi” alla situazione
(quando penso piego la testa a destra, e aggrotto le ciglia...mi
dicono che sembro sempre arrabbiato)
ricordare i
nomi
descrivere i
miei stati d'animo in modo preciso
e molte altre, ma
diventerebbe troppo complesso e lungo.
Ho provato a
descrivere le persone con schemi, ma non sono risultati un gran che
soddisfacenti: fino ad ora sono sempre riusciti ad arrivare prima di
me in campo sociale.
Ho quattro persone
di cui mi fido pienamente, e dalle quali mi sento capito. Da loro
sono arrivato ad accettare inviti – sebbene con, comunque,
larghissimo anticipo - senza la preoccupazione di avere una immagine
estremamente precisa di ciò che accadrà come invece ho la necessità
che avvenga. Ma penso che sia perché sono sempre stati coerenti ed
onesti, ed è sempre successo esattamente ciò che mi aspettavo che
succedesse.
Ho
eseguito il test Aspie in autonomia ma chiedendo commenti ad una
delle quattro persone di cui mi fido prima di compilarne in effetti
le risposte – come indicato nelle istruzioni per la compilazione -
in tre giorni differenti, con tre sensazioni differenti di stato
d'animo per le quali però non riesco a trovare le parole adatte a
darne una descrizione.
Il
risultato non è mai cambiato:
Il
tuo punteggio Aspie (neurodiverso) e': 159 di 200
Il
tuo punteggio neurotipico (non-autistico) e': 53 di 200
Sei
molto probabilmente Aspie (neurodiverso)
Se
la mia particolarità derivasse dalla Sindrome di Asperger o da
tratti autistici, mi spiegherei infiniti fatti accaduti durante la
mia infanzia ed adolescenza.
Ho
effettuato ricerche sulla genealogia della mia famiglia, in entrambi
i rami genitoriali, ma non ho riscontrato casi di autismo ad alto o
basso funzionamento, anche se sono consapevole di non poter essere
certo delle informazioni che ho raccolto perché provengo da una
famiglia storicamente molto riservata.
Ho
bisogno di confrontarmi, perché in questi anni, nonostante non abbia
mai sentito la necessità di “piacere agli altri”, sento di aver
sopravvissuto, e non vissuto.
Sto
valutando la possibilità di richiedere una diagnosi ufficiale, ma è
una decisione molto profonda.
Dopo
infinite ricerche ed osservazioni, ho scelto il forum del sito
www.spazioasperger.it
perché ho valutato che fra le proposte questa sia la più coerente.
Ho
già scritto molto, per una presentazione.
Non
tutti i giorni penso che potrò scrivere, ma leggo molto.
Vi
ringrazio.
Simone