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Una società “contro natura” ?

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Non è l’omosessualità, né i preservativi, la pillola del giorno dopo, l’autoerotismo, l’ateismo o la religione, ma è la società stessa a essere contro natura.
Viviamo in una società civile, ma solo in teoria civilizzata. Lo stress è il male di questi tempi. Le violenze sono all’ordine del giorno, non risparmano neppure i bambini. Penso sia colpa della società che impone ritmi frenetici, i quali creano stress e inciviltà. Non c’è lavoro, e quando c’è, è spesso sinonimo di sfruttamento, con ritmi disumani e uno stipendio da fame. Dieci o dodici ore al giorno senza pause, senza potersi riposare né godere della fortuna di averlo, un lavoro. Non puoi denunciare né fiatare, altrimenti rimani senza lavoro e senza soldi o, nel migliore dei casi, vieni deriso e non ti crede nessuno. Tutto ciò ti provoca disagio, ti fa star male, anche fisicamente, e sai che succede? Il dottore, prima ancora di capire cos’hai, ti prescrive psicofarmaci per tenerti buono, con la promessa di una guarigione, come se fossero la soluzione di tutti i tuoi problemi e l’unico modo per adattarti ai famigerati “ritmi moderni”. Essi invece addormentano la tua coscienza, trasformando un essere pensante in uno zombie fragile, senza personalità e ormai schiavo di quelle droghe legali che sono la causa principale di scompensi interiori che possono degenerare in omicidi e suicidi. Ma nessuno ci tiene a confermarlo poiché al Sistema fa comodo avere un popolo facilmente manipolabile.
L’uso smodato della tecnologia fa il resto: tanti ragazzi girano per strada smanettando con uno smartphone; anche al mare, in pizzeria o durante un concerto, anziché godersi il momento senza altre distrazioni che non fanno altro che stressare, anziché rilassare come molti credono.
Vogliamo parlare poi del multitasking, sempre più diffuso? Molte persone sono convinte di poter studiare ascoltando la musica o usare il computer e internet durante la visione di un programma televisivo. Faccio un esempio: se sto guardando “Le iene”, non posso contemporaneamente accedere a Facebook, magari proprio sulla pagina ufficiale del programma per commentare “a caldo” un servizio appena trasmesso senza distrarmi e non accorgermi di ciò che è in onda dopo, che magari è ancora più importante di ciò che si è appena visto. Allo stesso tempo non capisco come facciano molti studenti a studiare con la musica, o le persone a guidare l’auto e contemporaneamente ascoltare la radio e cambiare stazione radio. Parlare al cellulare in auto è una delle più frequenti cause di incidenti stradali. Su molti autobus è scritto “non parlare al conducente”.

Sfruttamento sul lavoro, multitasking forzato, psicofarmaci dati a cani e porci, ecco cosa ritengo realmente contro natura. E nel 2013 si parla ancora male di eutanasia, omosessualità e preservativi. Siamo davvero sicuri di vivere in una società civile?

La scuola (istituzione a mio parere importantissima) sarebbe migliore se insegnasse, tra le tante culture, anche la più importante, la cultura della vita. Dovrebbe farlo in modo spontaneo e senza incutere terrore per eventuali brutti voti (su questo farei un pensierino anche sulle famiglie che mettono i figli in punizione per motivi banali). Non dovrebbe discriminare ma valorizzare le capacità dei ragazzi e incentivare loro la voglia di imparare, affinché siano realmente maturi al momento della maturità e pronti per entrare nel mondo del lavoro. Lavoro che non dev’essere sfruttamento, ma realizzazione personale e sicurezza economica, e che non interferisca con la vita privata, gli hobby, la famiglia e gli amici. Si dovrebbero avere al massimo 4 o 5 giorni di lavoro alla settimana e turni fissi a seconda del giorno. La giornata libera dovrebbe essere garantita ogni settimana, e potrebbe essere la domenica, come potrebbe essere il lunedì o il venerdì, e ci dovrebbero essere ritmi umani, ad esempio massimo sei ore al giorno con possibilità di brevi pause, non importa se di mattina, di pomeriggio o di notte, cosicché tutti possano lavorare riposati e quindi con più efficienza e meno stress.
Cosicché non sia più “necessario” usare la sveglia e ingozzarsi di caffè mentre ci si sta nervosamente preparando per un esame imminente, e chissà si risolverebbe il problema della disoccupazione perché non ci saranno più poche persone sfruttate, ma molte persone che si danno il turno, e ci sarebbe quindi più “spazio” per creare nuove opportunità. Ok, in uno Stato governato da gente che non rinuncia ai suoi eccessivi privilegi questa cosa non è fattibile, ma vabbè…
Inoltre le persone responsabili andrebbero a dormire senza troppe preoccupazioni ad un orario consono per potersi svegliare in orario in modo naturale e mettere entusiasmo in quello che fanno.
Parlando di sveglia, ci viene subito in mente l’incubo di ogni essere umano, ovvero quel suono infernale prodotto delle vecchie sveglie, per fortuna non più diffuse come un tempo. Oggi si usa farsi svegliare dalla chiamata di una persona importante o da una musica a propria scelta, sul cellulare. Il risveglio naturale è una dote di poche persone, per cui il discorso diventerebbe ancora più complesso. La scelta migliore sarebbe quella delle cosiddette “sveglie intelligenti” che si illuminano gradualmente o che rilevano le nostre fasi del sonno suonando in un momento di sonno leggero in cui svegliarsi risulta meno “traumatico”.

Ovviamente è solo una mia riflessione, potete vederla come una provocazione, come un vero programma politico, o semplicemente come un’opinione, fate un po’ voi. Non tutte le persone ragionano allo stesso modo, c’è chi riesce a fare tante cose contemporaneamente e chi deve fare le cose una alla volta, chi si stanca con poco e chi riesce a stare sveglio due giorni di fila. Chi è allergico alle occasioni sociali, e chi ci sguazza volentieri (già che stiamo su questo forum, scrivo anche questo XD).
Anche se è una frase fatta, il mondo è bello perché è vario! Mica tutto ciò che c’è in natura fa bene, e viceversa! :D
E poi l’essere umano è curioso per natura, ha voglia di imparare, di cambiare, di esplorare, di migliorare… in fondo la situazione attuale di questo Paese (e non solo) potrebbe addirittura far bene alla creatività! Chissà se non stiamo già assistendo ad una lenta ripresa senza accorgercene, in fondo quando iniziò la crisi non se ne accorse nessuno, solo ora l’argomento è diventato mainstream.
La tecnologia, in questo senso, ha fatto bene.
Non riesco più a immaginare un’informazione libera senza internet, ma chissà quanti in realtà usano il web come strumento di cultura e conoscenza e non solo per chattare su Facebook e Whatsapp.

A proposito, questa riflessione/provocazione è stata scritta in parte usando un dispositivo off line.

(ammazza che papiro! io di solito mi scoccio a leggere post così lunghi…)

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