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come posso comportarmi con una amica neurotipica ma con problemi di salute mentale?

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Carissimi lettori, spero che il mio quesito non sia eccessivamente off-topic e so che chiedo una domanda molto molto complessa. Se necessario, che gli amministratori del forum mi avvisino e cancellino questa discussione, che tuttavia, mi mette proprio in serissima difficolta'.

Da 6 anni ho una unica amicizia non virtuale, una donna che ha superato i 40 anni da un bel po' ma dimostra la mia eta' (33 anni). Frequentavamo un bar in una citta' distante 45 minuti di autostrada dalla mia. La madre, che penso la condizioni molto, ha spinto perche' ci presentassimo, e ne aveva ben donde, eravamo sempre li' al solito posto.

Salto le vicende intermedie, poiche' se mai vorrete dettagli siete liberi di chiederli, vi diro' solo che io ho avuto in passato discrete confusioni sul mio orientamento sessuale e siccome questa donna ogni sera mi mandava sms chiamandomi "amore" io, fuori da ogni consapevolezza del pasticcio che potevo combinare, con cortesia le chiesi se voleva iniziare una relazione affettuosa con me (tuttavia non intendevo una relazione sessuale). la ragazza disse in fondo la verita', ovvero che i genitori non l'avrebbero mai accettato. tuttavia disse che mi amava immensamente, ma dopo questa dichiarazione, con mio grande scorno, non mi scrisse piu' sms serali. non capii la reazione e mi indurii con lei.

Dopo un po' di "pausa", poiche' provavo imbarazzo, ripresi a vedere l'amica ma lei comincio' una serie di comportamente "emulativi". ad esempio, io mi feci delle ciocche estension di color blu elettrico molto evidenti sulla base di una tinta nero profondo (il mio colore naturale e' il biondo scuro) e lei voleva delle estension colorate: avendo pero' i capelli castano rossiccio le voleva fucsia, ma la parrucchiera la deluse perche' lei ha capelli molto fragili. Ho chiesto l'invalidita' per la Malattia di Crohn e lei, ritenendo che essere malati fosse socialmente vantaggioso e ritenendosi troppo depressa, di contro alla madre, per imitarmi, procedette con le pratiche. Purtroppo, emerse una diagnosi per lungo tempo a lei stessa nascosta, il disturbo "schizoaffettivo", che e' una psicosi e scopri' di aver ricevuto a sua insaputa, farmaci neurolettici forti in via depot (iniezioni). Decise di smettere i farmaci ma poi non ebbe buone reazioni e infatti ad oggi e' in terapia.

Ho diminuito la frequentazione perche' io non guido per motivi medici non relativi alla neurodiversita', e quindi devo chiedere a mio padre di accompagnarmi, ma lui gradatamente prese la posizione, piu' o meno espressa, che io fossi un grave disturbo per la sua salute psicofisica e decise di prendere molto distacco, perlomeno espresso, da me. e aggiunse anche che il suo distacco era anche psichico. Percio' io turbata dalla reazione dell'amica e dalla reazione di mia padre, da piu' di 6 mesi mi sono tumulata in casa dandomi delle occupazioni solo fini a me.

Sento ogni tanto questa donna al telefono perche' sono dispiaciuta per lei, la vedo intendere solo cose basiche e fare domande basiche, lei mi chiede in continuazione di venire a trovarla al bar nella sua citta'. Non e' cattiva ed e' sincera. Ma io oggi ho tutt'altro per la testa: diminuire le mie sofferenze. Sono scissa tra la mia etica di compassione per gli altri e la consapevolezza di dover prima aiutare me stessa, che faccio? per me un viaggio anche solo di 45 minuti e' pasante. Ho cefalea costante e ho un po' paura a uscire con mio papa'. inoltre dormo poco e oggi alle 6 per un banale disturbo nasale mi sono svegliata e ora mi si chiudono gli occhi. Chiedo consigli anche se forse solo un esperto, un medico, potrebbe darmelo. per cui la domanda e': "cosa fareste voi"?

Buona domenica e Buon Tutto.



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