Anch'io mi presento; eccomi qui, sono la mamma di una ragazzina di 12 anni e credo sia Asperger. Lo credo da qualche anno, da quando faceva la scuola elementare (III o IV) ed ho cominciato a pormi domande più profonde sul perchè avesse tanti problemi con i suoi coetanei. Ci è venuto così, dal nulla a me e ad una mia carissima amica che frequenta gli psicologi da mamma, leggendo qua e là su internet e nei libri sull'argomento.
In realtà, in varie riprese ci è capitato di consultare specialisti di tutti i tipi nel corso del cammino scolastico di mia figlia: frequentando l'asilo privato con psicologa al seguito, mia figlia "aveva una marcia in più rispetto agli altri bambini" e "aveva bisogno dei suoi spazi, ogni tanto, per starsene con se stessa" (questo asilo ha avuto esperienza di bambini autistici). Passati alla scuola statale, ci è stato suggerito di sentire uno psicologo senza specificare bene i motivi, facendo riferimento ad un episodio in cui aveva pianto per un'ora intera: ma nella scuola statale nessuno si prende la responsabilità di dire chiaramente che il bimbo ha problemi perchè "poi ti arrivano gli psicologi in classe" e "devi fare relazioni su relazioni" (tra virgolette cito parole che ho sentito io stessa dalle insegnanti) e devi giustificare il tuo operato.
Abbiamo, comunque, visto un neuropsichiatra infantile, il quale, dopo aver fatto una mezz'oretta di osservazione, ha detto a me e a mio marito: "signori, la bambina fa le battutine, ha senso dell'umorismo, non può essere autistica" ... e ci siamo messi l'anima in pace. La nostra spiegazione e quella delle persone che ci erano vicine, era: è molto intelligente e non riesce a trovare punti di contatto con gli altri suoi coetanei.
Crescendo, questa differenza nella prontezza (lettura precoce, a 4 anni, abilità varie e interessi particolari che sembrano "da grandi") si riduce rispetto agli altri bambini che recuperano .... resta la scarsa abilità sociale, che diventa più evidente, come lamentato dalla maestra "non riesce ancora a costruire un rapporto amicale".
In IV elementare è entrata in contatto col mondo dei suoi coetanei maschietti grazie ai Pokemon di cui sapeva tutto e, credetemi, i Pokemon sono tanti, con tanti poteri diversi .... Abbiamo pensato di inserirla in un gruppo scout, per incentivare la socializzazione: un disastro completo, regole, procedure di autogestione ... insostenibile, infatti ne siamo venuti fuori.
La bomba è scoppiata nel primo anno della scuola media, l'anno scorso: dopo un mese di scuola, non voleva più andarci ed ha cominciato ad avere problemi seri, crisi di rabbia e ci siamo rivolti ad una psicologa circa un anno fa. Abbiamo fatto molti progressi e mia figlia si è ripresa da quel brutto stato in cui era l'anno scorso, grazie anche al fatto che è capitata in una classe con dei ragazzini abbastanza speciali, che le stanno dando la possibilità di integrarsi sempre di più, negli ultimi colloqui gli insegnanti erano unanimi nel registrare miglioramenti dal punto di vista della socializzazione.
Ma ... c'è un ma: la psicologa dice che rileva tratti di autismo nella sua tendenza all'isolamento, ma non può essere autistica perchè è una bomba emotiva, è piena di emozioni, che (si sa, dice lei) non sono propri del soggetto autistico. Ci sono resistenze da parte del papà che è contrario a farla "esaminare" da psicologi, psichiatri & Co. per timore che si convinca di essere malata; è stata una mia battaglia vinta quella di andare dall'attuale psicologa, e il fatto di non trovare supporto in lei mi sconforta parecchio.
Ho un nipotino di 5 anni con un lieve autismo diagnosticato, che fa terapia da un paio d'anni con ottimi risultati e io vedo tanti spunti nelle tecniche che usa mia sorella per farsi obbedire dal piccolino, per le regole e per renderlo autonomo ed insegnargli a fare le cose, che andrebbero a pennello per mia figlia ed io non posso usarle, perchè non so bene come fare. Io mi convinco sempre più che mia figlia è un Asperger o qualcosa del genere. Certo posso sbagliarmi alla grande, ma non posso fare a meno di pensare che se invece avessi ragione, non la sto aiutando come dovrei come madre e questo mi crea un grande disagio. Ancora di più perchè in tutti questi anni ci abbiamo provato, abbiamo sentito più specialisti e niente da fare, sembra che si debba lottare contro i medici stessi.
Non so bene che cosa chiedervi, forse se esiste un modo di fare la diagnosi senza che la ragazza se ne renda conto; forse parlando di lei con voi, col tempo mi convinco che sto sbagliando .... o che ho ragione!
Nel frattempo, grazie
In realtà, in varie riprese ci è capitato di consultare specialisti di tutti i tipi nel corso del cammino scolastico di mia figlia: frequentando l'asilo privato con psicologa al seguito, mia figlia "aveva una marcia in più rispetto agli altri bambini" e "aveva bisogno dei suoi spazi, ogni tanto, per starsene con se stessa" (questo asilo ha avuto esperienza di bambini autistici). Passati alla scuola statale, ci è stato suggerito di sentire uno psicologo senza specificare bene i motivi, facendo riferimento ad un episodio in cui aveva pianto per un'ora intera: ma nella scuola statale nessuno si prende la responsabilità di dire chiaramente che il bimbo ha problemi perchè "poi ti arrivano gli psicologi in classe" e "devi fare relazioni su relazioni" (tra virgolette cito parole che ho sentito io stessa dalle insegnanti) e devi giustificare il tuo operato.
Abbiamo, comunque, visto un neuropsichiatra infantile, il quale, dopo aver fatto una mezz'oretta di osservazione, ha detto a me e a mio marito: "signori, la bambina fa le battutine, ha senso dell'umorismo, non può essere autistica" ... e ci siamo messi l'anima in pace. La nostra spiegazione e quella delle persone che ci erano vicine, era: è molto intelligente e non riesce a trovare punti di contatto con gli altri suoi coetanei.
Crescendo, questa differenza nella prontezza (lettura precoce, a 4 anni, abilità varie e interessi particolari che sembrano "da grandi") si riduce rispetto agli altri bambini che recuperano .... resta la scarsa abilità sociale, che diventa più evidente, come lamentato dalla maestra "non riesce ancora a costruire un rapporto amicale".
In IV elementare è entrata in contatto col mondo dei suoi coetanei maschietti grazie ai Pokemon di cui sapeva tutto e, credetemi, i Pokemon sono tanti, con tanti poteri diversi .... Abbiamo pensato di inserirla in un gruppo scout, per incentivare la socializzazione: un disastro completo, regole, procedure di autogestione ... insostenibile, infatti ne siamo venuti fuori.
La bomba è scoppiata nel primo anno della scuola media, l'anno scorso: dopo un mese di scuola, non voleva più andarci ed ha cominciato ad avere problemi seri, crisi di rabbia e ci siamo rivolti ad una psicologa circa un anno fa. Abbiamo fatto molti progressi e mia figlia si è ripresa da quel brutto stato in cui era l'anno scorso, grazie anche al fatto che è capitata in una classe con dei ragazzini abbastanza speciali, che le stanno dando la possibilità di integrarsi sempre di più, negli ultimi colloqui gli insegnanti erano unanimi nel registrare miglioramenti dal punto di vista della socializzazione.
Ma ... c'è un ma: la psicologa dice che rileva tratti di autismo nella sua tendenza all'isolamento, ma non può essere autistica perchè è una bomba emotiva, è piena di emozioni, che (si sa, dice lei) non sono propri del soggetto autistico. Ci sono resistenze da parte del papà che è contrario a farla "esaminare" da psicologi, psichiatri & Co. per timore che si convinca di essere malata; è stata una mia battaglia vinta quella di andare dall'attuale psicologa, e il fatto di non trovare supporto in lei mi sconforta parecchio.
Ho un nipotino di 5 anni con un lieve autismo diagnosticato, che fa terapia da un paio d'anni con ottimi risultati e io vedo tanti spunti nelle tecniche che usa mia sorella per farsi obbedire dal piccolino, per le regole e per renderlo autonomo ed insegnargli a fare le cose, che andrebbero a pennello per mia figlia ed io non posso usarle, perchè non so bene come fare. Io mi convinco sempre più che mia figlia è un Asperger o qualcosa del genere. Certo posso sbagliarmi alla grande, ma non posso fare a meno di pensare che se invece avessi ragione, non la sto aiutando come dovrei come madre e questo mi crea un grande disagio. Ancora di più perchè in tutti questi anni ci abbiamo provato, abbiamo sentito più specialisti e niente da fare, sembra che si debba lottare contro i medici stessi.
Non so bene che cosa chiedervi, forse se esiste un modo di fare la diagnosi senza che la ragazza se ne renda conto; forse parlando di lei con voi, col tempo mi convinco che sto sbagliando .... o che ho ragione!
Nel frattempo, grazie