Ciao. E' la prima volta che scrivo su questo forum. Sono una donna. Credo di essere Asperger. Secondo i vari test online almeno Io sono di sicuro. Ho enormi difficoltà con la vita per come la intendono gli altri, enormi. Non so adattarmi alla praticità delle cose, è come se seguissi un filo interiore e non vedo altro che il labirinto di me in cui sono, sebbene abbia cercato di uscirne tutta la vita, o meglio, quelle volte in cui ho sentito la vita. Ma il labirinto è chiuso e il filo infinito. La realtà non la afferro. Il tempo, lo spazio, la socialità, la società, la politica, le istituzioni, la storia, le mode, la geografia, la cultura dell'aspetto fisico, la sessualità, il commercio, i soldi, i possedimenti, il mondo nei suoi fatti esteriori mi è estraneo. Riesco a sentire, emotivamente, una sola persona alla volta, e neanche sempre. Ma su di essa riverso TUTTO - che lo voglia o meno(spesso non riesco a capire la differenza finché non mi viene esplicitato). Alle altre mi indirizzo con la logica, sebbene abbia imparato a dare un'impressione diversa, perché le persone associano la logicità alla freddezza e quindi la freddezza alla mancanza di affetto. Ho UNA fissazione alla volta, esaurita la quale dimentico il motivo per cui mi ci ero fissata. Studio, con pessimi risultati. Cioè, agli esami ho sempre preso pieni voti, ma sono riuscita a dare un esame solo se ero ossessionata con l'argomento d'esame. Ho studiato per moltissimi esami che non ho mai dato, perché - non essendoci più fissata - mi sembrava di fingere interesse per qualcosa per cui in realtà non ne avevo più. E - pensando sempre che gli altri vedano cosa accade nella mia mente - non volevo arrecare un eventuale dispiacere al professore, se avesse capito che la sua materia mi era diventata indifferente. Sono sola da 6 anni, eccetto un'amica molto cara, che posso vedere solo a intervalli di mesi. Non sono mai riuscita a relazionarmi con le persone, diciamo, "normali". Non le intendo. Sono riuscita a relazionarmi - in circostanze forzatamente sociali, come la scuola - solo con le persone che le persone normali - a loro inconsapevole discapito - scartano. Ma in me stessa non riesco a capire altro che la solitudine, o chi la coltiva. In prima media, quando ho scoperto che i professori pensavano che fossi autistica, ho cercato di mutare la mia personalità, ho sperimentato ogni tipo di identità possibile, per capire cos'è la normalità che consente alle persone di accettarsi reciprocamente, e di vivere..normalmente. Però, avendo scoperto che cos'è, questa normalità, non ho mai capito - ed è tuttora un mistero - in cosa consista il suo valore, se non, appunto, che gli altri sostengono che ne abbia. Quindi non mi interessa più. Ho fatto vari anni di terapia e sono stata diagnosticata con DOC, sebbene abbia avuto continuamente anche episodi d'ansia, di depressione, e di bipolarità. Ho smesso la terapia perché volevo isolarmi anche dalla mia terapeuta. L'argomento "me" per me aveva perso di interesse. La maggior parte del tempo penso alla vita come a un suicidio, e alla morte come la fine della morte, perché "morire è comunicare" - come scrisse Virginia Woolf - quindi appartenere. Ora, se avessi la sindrome di Asperger mi si paleserebbero le ragioni di molte cose. Potreste darmi, gentilmente, qualche indicazione, per un centro specializzato, o una figura professionale, in Emilia-Romagna, o nel Lazio?Potreste dirmi quanto - eventualmente - costa la procedura e quanto tempo richiede? Grazie di ogni eventuale risposta.
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