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Channel: Spazio Asperger Forum
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Ciao a tutti

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Ciao, sono Andrea.24 anni, nessuna diagnosi ufficiale. Sono anni che i miei soci mi dicono che sono strano, e un mio amico in particolare ha sempre sostenuto che secondo lui ho l'asperger. Non ho mai dato perso  a questa cosa, finche non ho fatto l'aspie quiz. Questo è il risultato:

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Talento Aspie


Questo gruppo contiene le caratteristiche cognitive collegate alla neurodiversita'. I tratti tipici sono collegati alla perseveranza negli interessi (avere degli interessi assorbenti, attenzione focalizzata, avere periodi di contemplazione, collezionare informazioni, buona memoria a lungo termine per gli interessi, comprendere da soli il funzionamento delle cose, trovare le connessioni tra informazioni diverse, forza di volonta' e insistenza). Altri tratti sono collegati all'elaborazione delle informazioni (notare i dettagli, trovare schemi, immaginazione inusuale, idee uniche e modi insoliti di risolvere i problemi). Alcune persone hanno talenti speciali (numeri, linguaggio, computer, musica, pittura, etc..).


Relazione con la diagnosi


Niente di meno che un valore altissimo e' collegato al talento e/o ad un alto potenziale cognitivo


Il tuo punteggio nel gruppo: 9.5 of 10 (sopra la media)."










Talento Neurotipico


Questo gruppo contiene le caratteristiche cognitive collegate alla neurotipicita'. Solitamente la mancanza di queste caratteristiche sono definite come deficit negli Aspie. I tratti tipici sembrano derivare dall'adattamento alla vita cooperativa (saper dare e ricevere istruzioni verbali, imparare per imitazione, descrivere gli eventi, riassumere e sintetizzare, prendere appunti, seguire diverse conversazioni in contemporanea, imparare cio' che viene richiesto). Altri tratti sono legati a multitasking e attenzione (fare molte cose insieme, portare l'attenzione velocemente su qualcosa), la capacita' di generalizzare e avere una visione di insieme, ricordarsi dove stanno le cose, apprendere concetti astratti ed organizzare la vita quotidiana


Relazione con la diagnosi


Non direttamente, ma molte diagnosi di Deficit d'Attenzione e/o Iperattivita' sono collegate ad un basso punteggio


Il tuo punteggio nel gruppo: 0.4 of 10 (sotto la media). Informazioni dettagliate riguardo i punteggi Aspie e neurotipici




Da chi devo andare per capire se il test che ho fatto è valido o è solo un caso?





Fobia sociale

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Ciao tutti sono Susanna, iscritta da poco, ho disperatamente bisogno dei vostri consigli di Aspie adulti o di genitori di bambini "speciali".
Mio figlio dodicenne, autistico ad alto funzionamento, da circa un anno ha una forte fobia sociale. Mi spiego: ha cominciato con l'evitare alcuni quartieri dicendo che aveva paura di incontrare persone che conosceva, poi altri, poi altri ancora, poi ha preso ad evitare attività specifiche come andare in spiaggia, (abitiamo al mare), o al ristorante, perchè "ha paura di incontrare qualcuno che conosce". Non so veramente cosa fare, questa cosa si sta allargando sempre di piu' e gli sta impedendo di vivere !!!
Quando è a casa da solo va in ansia perchè si annoia e non sa che fare, ma qualunque cosa gli si proponga la rifiuta per i  motivi di cui sopra. Siamo veramente preoccupati, fino a un anno, un anno e mezzo fa non era così, si lasciava coinvolgere in tante esperienze.
Ditemi cosa dovrei fare, l'angoscia è tanta....

avete mai l'impressione di "recitar" dei ruoli? nl lavoro come nella vita privata?

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avete mai la netta sensazione che quello che state costruendo nella vostra vita (sia dal punto di vista lavorativo che da quello affettivo) siano in realtà dele "Prove" per tracciare un percorso, dei tentativi di sfuggire al caos che sentite dentro di voi?

 

Fidanzamento tra due AS ?

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Ho visto che ci sono post dove si parla di relazione tra uomini AS e donne NT e viceversa. Adesso vi chiedo cosa ne pensate di due asperger in coppia. Non dico ND ma proprio due aspie.

Io sono quasi certa di essere AS e non sono mai riuscita a far funzionare o sentirmi capita dagli uomini NT. Mi sono subito trovata in sintonia anni fa con un uomo che poi è diventato il mio 'fidanzato' ma più che altro mi pareva una bella amicizia. In ogni caso come carattere e modi di pensare e anche interessi eravamo simili e anche gli altri dicevano che avevamo un carattere simile e modi simili di fare. Allora non sapevo chi fossero gli asperger e sono capitata qui proprio per via di quella storia. Tra tira e molla sono 5 anni che ci frequentiamo. Lo scorso anno siamo stati senza incontrarci per più di 6 mesi, poi ci siamo rivisti cioè lui voleva vedermi e io ho accettato ed è ricominciata come se non fosse mai finita. Ecco questa cosa l'ho notata, per entrambi era come se ci fossimo visti la sera prima o quasi. Visto che lui non guida devo portarlo io, a casa mia non dorme in questo nulla e' cambiato, così lo vedo quando sono riposata, ma almeno so che se passa 1 o 2 mesi a lui va bene, non mi fa pressioni, con un NT sarebbe impossibile. Non so come andrà in futuro ma visto che io con gli altri non mi trovo preferisco continuare a frequentare lui perché veramente non ho mai trovato una sintonia simile con un'altro.

Risultati Aspie Quiz

Agorafobia con attacchi di panico

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Qualcun altro ne soffre? Come superarla per non finire confinati in un raggio di 50 metri da casa propria?!? Grazie a Tutt*, abbracci

Perchè?

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Ciao a tutti.
Non saprei nemmeno da dove partire. Sarà che sono in periodo esami di maturità e quindi le emozioni che provo sono molto varie e vanno spesso a confondersi tra loro, ma proprio ora che sto finalmente per finire tutto avverto un forte senso di malinconia...non voglio lasciare la mia classe e, più nello specifico, non voglio "lasciare" una ragazza.
Compagna di banco per un anno intero, compagna di scuola per 2 anni e mezzo, è sempre stata importante per me ed ha un posto speciale nel mio cuore, dove pochissime persone arrivano.
Sarà proprio la malinconia, l'ansia e la paura di perderla che mi hanno spinto, in modo quasi robotico, a cercare tutti i ricordi dei primi giorni cui la conobbi. In particolare mi sono andato a rileggere tutte le conversazioni di Facebook dal 2011, quando ancora non conoscevo la mia condizione AS e non avevo letto nè studiato nulla riguardo a ciò, non riuscivo a captare i segnali che mi mandava. CREDO di aver capito tutto solamente ora...lei non mi voleva come amico...non dico fosse innamorata, ma non voleva un'amicizia da me. Oggi, nei giorni in cui tutto sta per finire, mi rendo conto di cosa lei sia per me e di quanto vorrei poter tornare indietro per cambiare i miei atteggiamenti.
Ho notato ora anche il distacco esponenziale che ha avuto nel tempo nei miei confronti; a volte sento come se lei, in qualche modo, mi portasse rancore.
Ne sono innamorato, forse lo son sempre stato. Proprio ora che finirà tutto.
Vorrei solo poter capire come stanno/stavano le cose. Ma è troppo tardi per chiedere. Forse chiedere verrebbe considerato anche squallido, non lo so. Non capisco molto bene i NT.
Mi sento un idiota.

I genitori sbagliati...

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Oggi sto ripensando al primo bambino con disturbo dello spettro autistico che ho conosciuto nella mia vita.
Ero studentessa all'ultimo anno di medicina e frequentavo l'ambulatorio di neuropsichiatria infantile, facevamo le "prime visite".
Entrano prima i genitori: una coppia di insegnanti di educazione tecnica tutti palestrati, lei in tiro come se dovesse sfilare sul red carpet.
Il padre ci spiega che il bambino sì, è intelligente, ma ha qualcosa che non va: intanto ha degli aspetti ossessivi, per cui quando cerca di insegnargli a giocare a basket non combina niente perchè non vuole calpestare le righe bianche per terra, poi non socializza con gli altri coetanei, e poi udite udite fa domande assurde, ad esempio l'altra mattina lo ha svegliato chiedendogli che differenza c'è fra la luna, le stelle e i pianeti: cosa vuole che ne sappia lui alle 8 del sabato mattina di che differenza c'è????
Dopo questa breve introduzione, entra il bambino: un mingherlino quattrocchi impacciato, che dopo essersi "sciolto" un pò mi ha fatto vedere di essere capace di fare a memoria moltiplicazioni di numeri a 4 cifre in pochi secondi (aveva 7 anni) e mi ha illustrato alcuni aspetti sui dinosauri... 
Non so dirvi come si concluse l'iter diagnostico, credo fosse chiaramente un asperger gifted.
Avessi potuto, me lo sarei portato a casa perchè mi dispiaceva da matti per lui essere capitato proprio come figlio di due non intelligentissimi insegnanti di ginnastica col culto dell'apparire... 
Volevo chiedervi: quanto conta per un bimbo con Asperger avere la fortuna di dei genitori che possano capirlo?? Qual'è stata la vostra esperienza??

La concludo con una domanda forse provocatoria: a volte non pensate che i NT siano meno empatici di quanto credono, in quanto totalmente incapaci di calarsi nei panni di chi NT non è??
A me viene sempre in mente quella pubblicità "ti piace vincere facile??" quando penso che sono i NT ad aver stabilito che chi non capisce i NT con le regole stabilite dai NT è patologico... 
Essendo io a metà strada fra le due condizioni, credo di essere nella situazione ideale... e penso che un "troppo NT" possa far casino, in quanto a empatia, quanto e più di un asperger, se si trova a dovercisi relazionare... Ma allora non è che la "patologia" sta da entrambe le code della gaussiana, e non solo da una parte??
Spero si capisca cosa intendo...

Alessitimia Test OAQ-G2 e TAS-20

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Leggendo qua e là il forum, sono incappato in questa parola strana, "alessitimia", usata da wolfgang, non ricordo bene in quale post. Mi sono documentato un po' con risultati interessanti: mi ritrovo perfettamente nella definizione di alessitemico, il cosiddetto "emotionally dumb". L'alessitimia è in pratica la difficoltà a gestire le emozioni, tanto nel modo in cui si originano interiormente quanto soprattutto nel modo in cui si esternano e manifestano socialmente: letteralmente significa proprio "non avere parole per esprimere le emozioni". Sono comunque certo che Wolfgang sarà in grado di offrire un quadro di definizioni mille volte migliore del mio, forse lo ha già fatto altrove, mi scuso se questo post risulterà un duplicato.  Effettivamente in passato mi sono sempre considerato piuttosto "stupido" dal punto di vista dell'empatia, dell'emotività, delle emozioni e sensazioni. Ho iniziato a temere di essere anaffettivo, però non è che non provo nulla; il problema sta nell'esprimere, nel manifestare, e ancor prima nel capire che cosa siano sentimenti e sensazioni. Mi fa anche un po' strano parlarne in questo momento. E' che si tratta di aspetti così sfuggenti e vaghi delle persone che difficilmente riesco a razionalizzarli correttamente, anzi la difficoltà sta proprio nel concepire ed individuare le emozioni, e diventa difficoltà estrema quando poi devo parlare di mie emozioni con qualcun altro. Il più delle volte, davanti a situazioni nuove e sconosciute temo di dire cose inappropriate, di provare cose fuori luogo, magari eccessivamente negative o eccessivamente positive, e quindi cerco sempre di tener d'occhio per quel che posso il "sentire comune" degli altri, certo con le dovute cautele e razionalizzazioni del caso concreto. Senza parlare poi delle situazioni di forte emotività reciproca, come può essere quando i Neurotipici iniziano a fare confidenze profonde, e cercano di coinvolgerti chiedendo che tu prenda posizione e esponga te stesso a tua volta. Quando i miei amici iniziano a "parlare di sentimenti" la cosa ai miei occhi diventa davvero surreale, anche se non lo do a vedere perchè ormai ho imparato grossomodo come vanno le cose. Certo qualche perplessità permane perchè uno non sa mai fin dove spingersi nell'analisi di questi aspetti e fin dove essi siano efficacemente sussumibili con un approccio neurodiverso. Che voi sappiate l'alessitimia è un'esclusiva Aspie o ricorre anche in altri casi?

Vi linko anche due test:
Uno sull'alessitimia più recente(OAQ-G2)
http://oaq.blogspot.com/
E poi questo che è invece più tradizionale (TAS-20)
http://espectroautista.info/tests/emotividad/expresividad-emocional/TAS20

smussare l'Alessitimia

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Il mio punteggio all'Aspie Quiz di 123 (una buffa sequenza che mi colloca a metà tra l'essere NT e ND) è dovuto a due fattori fondamentali: sociofobia e alessitimia.

La prima mi crea problemi che con qualche sforzo e tanta fatica riesco ad arginare, ma della seconda, di cui sono venuta a conoscenza da poco tempo, non riesco a prendere in mano le redini in nessun modo. Più che agli stati confusionali di depressione ed euforia in cui mi getta, mi angoscia il mio rapporto con le persone che mi stanno accanto. Specie i familiari e le amicizie, a cui non sono nemmeno riuscita a comunicare il mio problema.

Non so precisamente perché non voglio dirglielo. Parlando di mia madre, penso possa sentirsi in colpa per qualche ragione. Parlando delle amicizie, non vorrei sentirmi dire "poverina, mi dispiace" e immaginare che possano cambiare il loro atteggiamento per adattarlo al mio mi angoscia.

Conoscete dei modi per lasciare più spazio alla vostra emotività? Per vincere quel blocco che proprio non vi fa andare oltre?

Nel mio caso specifico non solo ho difficoltà a capire il mio stato emotivo e a dargli un nome ed un origine, ma ho seri problemi anche a comunicare ed esternare i miei stati d'animo e i sentimenti...a volte perché davvero non li conosco neanche io, altri perché proprio non ce la faccio a dirlo. Sento di non volerlo dire. A volte prendo fiato, decido di dirlo, e la gola mi si gonfia, mi si occlude, fisicamente non riesco a parlare. Questo è il lato che mi disturba più degli altri, forse.

Conoscete dei "trucchetti", per così dire?

gli asperger e il senso di colpa

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Ho capito che ci sono asperger stronzi come gli nt, l'unica differenza è che mentre tra gli nt qualcuno che poi si sente in colpa c'è, loro non provano  nessun senso di colpa. Mi sbaglio?

Guida di sopravvivenza per aspie

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Ciao,

qualcuno di voi ha mai visto/usato questa guida? Cosa ne pensate...in genere questo tipo di strumenti vi può essere utile? Io faccio ricerca nell'ambito della conoscenza e uso delle "norme sociali" di tutti giorni nelle persone aspie, per cui mi stavo domandando cosa ne pensiate di questo tipo di strumenti in cui le "regole" più o meno subliminali di diversi contesti sociali sono espresse in modo esplicito, se li trovate utili o meno, etc...

http://xoomer.virgilio.it/marpavio/Guida_ita.htm (questa è la versione italiana, ma penso sia incompleta)
questa è la versione (intera) inglese: http://www-users.cs.york.ac.uk/alistair/survival/survival.pdf 

Una società “contro natura” ?

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Non è l’omosessualità, né i preservativi, la pillola del giorno dopo, l’autoerotismo, l’ateismo o la religione, ma è la società stessa a essere contro natura.
Viviamo in una società civile, ma solo in teoria civilizzata. Lo stress è il male di questi tempi. Le violenze sono all’ordine del giorno, non risparmano neppure i bambini. Penso sia colpa della società che impone ritmi frenetici, i quali creano stress e inciviltà. Non c’è lavoro, e quando c’è, è spesso sinonimo di sfruttamento, con ritmi disumani e uno stipendio da fame. Dieci o dodici ore al giorno senza pause, senza potersi riposare né godere della fortuna di averlo, un lavoro. Non puoi denunciare né fiatare, altrimenti rimani senza lavoro e senza soldi o, nel migliore dei casi, vieni deriso e non ti crede nessuno. Tutto ciò ti provoca disagio, ti fa star male, anche fisicamente, e sai che succede? Il dottore, prima ancora di capire cos’hai, ti prescrive psicofarmaci per tenerti buono, con la promessa di una guarigione, come se fossero la soluzione di tutti i tuoi problemi e l’unico modo per adattarti ai famigerati “ritmi moderni”. Essi invece addormentano la tua coscienza, trasformando un essere pensante in uno zombie fragile, senza personalità e ormai schiavo di quelle droghe legali che sono la causa principale di scompensi interiori che possono degenerare in omicidi e suicidi. Ma nessuno ci tiene a confermarlo poiché al Sistema fa comodo avere un popolo facilmente manipolabile.
L’uso smodato della tecnologia fa il resto: tanti ragazzi girano per strada smanettando con uno smartphone; anche al mare, in pizzeria o durante un concerto, anziché godersi il momento senza altre distrazioni che non fanno altro che stressare, anziché rilassare come molti credono.
Vogliamo parlare poi del multitasking, sempre più diffuso? Molte persone sono convinte di poter studiare ascoltando la musica o usare il computer e internet durante la visione di un programma televisivo. Faccio un esempio: se sto guardando “Le iene”, non posso contemporaneamente accedere a Facebook, magari proprio sulla pagina ufficiale del programma per commentare “a caldo” un servizio appena trasmesso senza distrarmi e non accorgermi di ciò che è in onda dopo, che magari è ancora più importante di ciò che si è appena visto. Allo stesso tempo non capisco come facciano molti studenti a studiare con la musica, o le persone a guidare l’auto e contemporaneamente ascoltare la radio e cambiare stazione radio. Parlare al cellulare in auto è una delle più frequenti cause di incidenti stradali. Su molti autobus è scritto “non parlare al conducente”.

Sfruttamento sul lavoro, multitasking forzato, psicofarmaci dati a cani e porci, ecco cosa ritengo realmente contro natura. E nel 2013 si parla ancora male di eutanasia, omosessualità e preservativi. Siamo davvero sicuri di vivere in una società civile?

La scuola (istituzione a mio parere importantissima) sarebbe migliore se insegnasse, tra le tante culture, anche la più importante, la cultura della vita. Dovrebbe farlo in modo spontaneo e senza incutere terrore per eventuali brutti voti (su questo farei un pensierino anche sulle famiglie che mettono i figli in punizione per motivi banali). Non dovrebbe discriminare ma valorizzare le capacità dei ragazzi e incentivare loro la voglia di imparare, affinché siano realmente maturi al momento della maturità e pronti per entrare nel mondo del lavoro. Lavoro che non dev’essere sfruttamento, ma realizzazione personale e sicurezza economica, e che non interferisca con la vita privata, gli hobby, la famiglia e gli amici. Si dovrebbero avere al massimo 4 o 5 giorni di lavoro alla settimana e turni fissi a seconda del giorno. La giornata libera dovrebbe essere garantita ogni settimana, e potrebbe essere la domenica, come potrebbe essere il lunedì o il venerdì, e ci dovrebbero essere ritmi umani, ad esempio massimo sei ore al giorno con possibilità di brevi pause, non importa se di mattina, di pomeriggio o di notte, cosicché tutti possano lavorare riposati e quindi con più efficienza e meno stress.
Cosicché non sia più “necessario” usare la sveglia e ingozzarsi di caffè mentre ci si sta nervosamente preparando per un esame imminente, e chissà si risolverebbe il problema della disoccupazione perché non ci saranno più poche persone sfruttate, ma molte persone che si danno il turno, e ci sarebbe quindi più “spazio” per creare nuove opportunità. Ok, in uno Stato governato da gente che non rinuncia ai suoi eccessivi privilegi questa cosa non è fattibile, ma vabbè…
Inoltre le persone responsabili andrebbero a dormire senza troppe preoccupazioni ad un orario consono per potersi svegliare in orario in modo naturale e mettere entusiasmo in quello che fanno.
Parlando di sveglia, ci viene subito in mente l’incubo di ogni essere umano, ovvero quel suono infernale prodotto delle vecchie sveglie, per fortuna non più diffuse come un tempo. Oggi si usa farsi svegliare dalla chiamata di una persona importante o da una musica a propria scelta, sul cellulare. Il risveglio naturale è una dote di poche persone, per cui il discorso diventerebbe ancora più complesso. La scelta migliore sarebbe quella delle cosiddette “sveglie intelligenti” che si illuminano gradualmente o che rilevano le nostre fasi del sonno suonando in un momento di sonno leggero in cui svegliarsi risulta meno “traumatico”.

Ovviamente è solo una mia riflessione, potete vederla come una provocazione, come un vero programma politico, o semplicemente come un’opinione, fate un po’ voi. Non tutte le persone ragionano allo stesso modo, c’è chi riesce a fare tante cose contemporaneamente e chi deve fare le cose una alla volta, chi si stanca con poco e chi riesce a stare sveglio due giorni di fila. Chi è allergico alle occasioni sociali, e chi ci sguazza volentieri (già che stiamo su questo forum, scrivo anche questo XD).
Anche se è una frase fatta, il mondo è bello perché è vario! Mica tutto ciò che c’è in natura fa bene, e viceversa! :D
E poi l’essere umano è curioso per natura, ha voglia di imparare, di cambiare, di esplorare, di migliorare… in fondo la situazione attuale di questo Paese (e non solo) potrebbe addirittura far bene alla creatività! Chissà se non stiamo già assistendo ad una lenta ripresa senza accorgercene, in fondo quando iniziò la crisi non se ne accorse nessuno, solo ora l’argomento è diventato mainstream.
La tecnologia, in questo senso, ha fatto bene.
Non riesco più a immaginare un’informazione libera senza internet, ma chissà quanti in realtà usano il web come strumento di cultura e conoscenza e non solo per chattare su Facebook e Whatsapp.

A proposito, questa riflessione/provocazione è stata scritta in parte usando un dispositivo off line.

(ammazza che papiro! io di solito mi scoccio a leggere post così lunghi…)

Quello cui i nostri genitori non hanno (minimamente) fatto caso

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Vorrei chiedere a quelli che sono stati diagnosticati (o si sono autodiagnosticati) da adulti: quali sono i tratti ND che avevate da bambini e che non solo non hanno portato a una valutazione medica, ma cui nessuno ha mai davvero fatto caso?

Lo chiedo perché leggo di genitori allarmati perché il bambino agita le mani, o cammina sulle punte dei piedi.

Ora, io queste cose da piccola le facevo, ma nessuno ha mai pensato meritassero attenzione; del tipo, neppure porsi il problema; se sventolavo le mani quando ero sovraeccitata, il commento era: "Guarda come è contenta". E non è che ai miei non importasse di niente perché se es avevo un meltdown ci facevano caso eccome.

Però ci sono comportamenti che vengono facilmente ignorati, salvo diventare oggetto di preoccupazione quando sono accompagnati da una diagnosi. Per cui viene da chiedersi se la loro qualifica di problematicità sia oggettiva o sorga solo quando sono identificati come "sintomi".

Coinquilini

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Per quelli di voi che, causa necessità economiche (studenti fuori sede e affini), hanno condiviso una casa con gente più o meno random: che esperienze avete avuto? Ricordo che alcuni di voi dicevano che non l'avrebbero mai potuto tollerare, altri che con i coinquilini cercano di parlare il meno possibile... Per me dipende. Di solito tollero ma tendo a "intanarmi", però se scopro che una persona ha degli interessi in comune con me e che potrei andarci d'accordo ci parlo. Magari ho detto l'ovvietà del giorno. ^^

Ansie razionalmente immotivate

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Ieri sera si festeggiava il compleanno di mia suocera, e al di là della solita paranoia dovuta alla situazione sociale sono stata due giorni in ansia per una cosa davvero stupidissima. Di solito organizza a casa sua, prepara una serie di pizze e degli altri stuzzichini, e poi la torta. Insomma, normalissima cena. Martedì invece mi chiama mio cognato e mi dice che, siccome sua mamma non aveva voglia di cucinare, si andava al tale ristorante. Beh...mi è montata un'ansia terribile per il fatto che avrei dovuto scegliere cosa mangiare. Una scelta limitata da un menù che non prevede la possibilità di avere una mia cena tipica. Oltretutto una mia cena tipica sarebbe un pasto da ristorante alquanto atipico (visto che mangio giusto un po' di verdure e della frutta), quindi socialmente non accettabile.

Ora, razionalmente lo so che è una cosa stupida su cui montare l'ansia. Ma vi giuro che son stati due giorni terribili!!!!

Vi è mai capitato di farvi venir su l'ansia per cose che razionalmente non dovrebbero provocarne?

Per la cronaca, alla fine non ho deciso io. Mio cognato era indeciso su due pizze, e io gli ho proposto di prenderle entrambe e di smezzarcele. In una ce stavano pure i funghi che non è che proprio me piacciano.

Perchè avete scelto i vostri nicknames?

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Il mio 'JegElskerTromsø', in norvegese significa 'amo Tromsø' ('jeg' è 'io'), ed in effetti quando sono stata a Tromsø, mi sarebbe piaciuto fermarmi li. Vorrei tornarci ancora. Inoltre il nick è in norvegese perchè, come già detto, mi piace quella lingua.

Come avete scoperto di essere Aspie?

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Chi vuole può raccontare qui la sua esperienza di self-awareness.

I vostri genitori hanno represso le vostre stranezze? Da adulti riuscite a viverle in modo libero?

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Durante la vostra infanzia e adolescenza qual è stato l'atteggiamento dei vostri genitori nei confronti dei vostri comportamenti "strani", di quei comportamenti che in molti potrebbero definire "da malati mentali"? Li hanno repressi e ve li hanno fatti pesare come nel mio caso, oppure li hanno tollerati senza giudicarli?

Mi interessa poi sapere da quelli che hanno avuto dei genitori molto tolleranti se questo ha avuto effetto nella formazione del vostro carattere e in particolare riguardo a come riuscite a vivere la vostra diversità davanti ad altre persone. Io ad esempio ho sempre sensazioni negative riguardo a come gli altri potrebbero giudicare il mio modo di essere o i comportamenti strani che potrei avere. Nel vostro caso? Riuscite a sentirvi liberi di essere strani quando siete con le altre persone?

Che cosa rappresentano per voi le fotografie?

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Volevo chiedere a tutti gli amici aspie del forum che cosa rappresentano per voi le fotografie?
Infatti, ho notato che la figlia undicenne della mia amica non si stanca mai di vedere centinaia di foto e collega a ciascuna di esse la data dello scatto. Me ne sono accorto da quando la mia amica ha fatto recentemente sviluppare dal fotografo un centinaio di foto. Da quel giorno sua figlia le cerca spesso. E quando ho fatto notare alla madre tale circostanza, in presenza della figlia, quest'ultima ha sorriso con la classica espressione che si ha quando "sei stata beccata".
Vi ringrazio anticipatamente per tutte le osservazioni che farete.
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